I frantoi ipogei rappresentano una delle forme di opificio più storiche del Salento. In condizioni assolutamente inumane spesso vi lavoravano una moltidudine di persone che per mesi non vedevano la luce del sole.
I frantoi o “Trappeti” occupano un posto di rilievo nel panorama artistico-culturale del Salento. Un lavoro duro ed estenuante per mezzo del quale le olive raccolte venivano poi trasformate in olio lampante, combustibile utilizzato per illuminazione o per le industrie, il vero oro del salento, esportato in tutto il mondo. Con il passare del tempo, la crescente industrializzazione e l’introduzione delle macchine, i frantoi hanno subito un declino inesorabile e sono stati tutti abbandonati. I frantoi sono quasi sempre ipogei ricavati nel banco tufaceo, generalmente sottostanti il piano stradale, raggiungono un ‘altezza media interna variabile dai due ai quattro metri circa.
Generalmente vi si accedeva per mezzo di una scalinata anche essa scavata nella roccia, coperta da una grande volta a botte. Ai lati vengono spesso ubicati degli spazi detti in dialetto “sciave” dove venivano depositate le olive in attesa della molitura. La scala molto spesso conduceva ad un ampia zona centrale (dove avvenivano le operazioni di macinazione e spremitura) dove è sita la vasca con la macina, costituita da una piattaforma circolare in pietra.
In alcuni frantoi ipogei, possiamo trovare sulle pareti tracce di graffiti, che ci restituiscono significati pure devozionali. La croce scolpita sul pilastro del frantoio “Montinaro” di Carpignano vicino Cannole farebbe pensare ad una sua utilizzazione quale luogo di culto è chiamato infatti “grotta-chiesa”. Non di rado in questi frantoi ipogei sia in Terra d’Otranto che nel territorio di Leuca, si rinvengono iscrizioni, lapidi e stemmi che ricordano le aristocratiche committenze. Sulle volte non mancano talora diciture che rinviano alla data di fabbricazione; sono frequenti i disegni floreali. Puoi visitare alcuni di questi frantoi, durante le tue vacanze nel Salento in Masseria Asteri.